Archive for gennaio 2014
Oltre 18 milioni di cani e 4 milioni di gatti vengono uccisi ogni anno in Cina per il consumo di carne. Si tratta un’abitudine alimentare diffusa in particolare al confine nord-est con la Corea e nelle regioni meridionali di Guizhou, Guangdong e Guanxi, mentre non si verifica a Pechino ed è stata vietata nel 1950 a Hong Kong. A sottolinearlo è l’organizzazione internazionale Animal Equality, che ha investigato per tre settimane il commercio della carne di cane e gatto nel Paese.
Gli attivisti hanno visitato il mercato dei ‘Tre Uccelli’ di Dali, situato a Nanhai, quello di animali esotici a Wuhan e quello di Fu Xing, insieme a due allevamenti di cani a Jiaxiang e Jining e al mattatoio di Zhanjiang.
Cani rubati e usati per la riproduzione e cuccioli con meno di due mesi stipati nelle gabbie in attesa di essere trasportati, dopo un viaggio di 1.200 km, verso mercati e macelli. Dall’indagine è emerso che nel mattatoio di Zhanjiang i canivengono tenuti in una stanza chiusa e buia, nella quale manca l’aria, senza cibo ne acqua, in attesa di essere colpiti alla testa e pugnalati a morte.
In seguito a quanto emerso dall’investigazione è stata lanciata la campagna internazionale ‘Senza Voce’, per chiedere la fine del commercio di carne di cane e gatto in Cina. La campagna è iniziata nel mese di aprile e da allora oltre 192mila persone hanno appoggiato la petizione.
Quando le firme raccolte arriveranno a quota 200mila, saranno consegnate alle ambasciate cinesi in Germania, Spagna, Italia, Inghilterra, Stati Uniti e Messico.
Fonte: informasalus.it
Cina: 18 milioni di cani e 4 milioni di gatti l’anno uccisi per il consumo di carne FOTO
BOCCHE CUCITE - Poche ore dopo il ricovero la religiosa, che risiede in un convento del capoluogo sabino, ha messo al mondo un maschietto di 3 chili e mezzo. Il parto, naturale, è avvenuto nel più stretto riserbo garantendo alla suora un posto letto lontano da occhi indiscreti, ma la notizia è comunque trapelata.
I PRIMI VESTITINI - Alcune mamme partorienti del reparto di ostetricia del San Camillo hanno fatto una colletta e hanno comprato i primi vestitini necessari per il bambino, dal momento che la suora non aveva nulla con sé. Al bambino è stato dato il nome di Francesco, di secondo nome Sandrino.
Rieti è al centro di una pianura devota a San Francesco e chiamata valle santa per i quattro santuari posti agli angoli della zona. Qui San Francesco fece il primo presepe della storia e sempre in questa zona fu operato agli occhi. Meta di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, sulle orme del Cammino di Santiago, il Cammino di Francesco è un itinerario di 70 chilometri che unisce i quattro luoghi santi.
Rieti è al centro di una pianura devota a San Francesco e chiamata valle santa per i quattro santuari posti agli angoli della zona. Qui San Francesco fece il primo presepe della storia e sempre in questa zona fu operato agli occhi. Meta di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, sulle orme del Cammino di Santiago, il Cammino di Francesco è un itinerario di 70 chilometri che unisce i quattro luoghi santi.
In paese è tutto un parlare della religiosa originaria di San Salvador. «Qualcuno - racconta il parroco - ha ipotizzato che di recente la sorella fosse tornata nel suo paese natale». Il convento dove è di stanza la suora, spiega ancora don Fabrizio, funziona da casa di riposo per donne anziane. «Le suore, tutte di una certa età, sono sconvolte», ammette il parroco che spiega che in Paese «non si parla d’altro. E sarà così a lungo». Il sacerdote che conosce bene le sue anime si è fatto un’idea precisa di ciò che è accaduto: «queste suore che arrivano da paesi molto poveri entrano in monastero un po’ sprovvedute. Pare che la suora non si sia mai confidata con nessuno e ho la netta sensazione che fosse veramente ignara di essere incinta». Il sacerdote pone l’attenzione sulla nuova vita: «il bimbo che ha dato alla luce è una creatura di Dio, rispetto per la vita umana. Il Papa per primo ci ricorda che, al di là degli errori, la dignità delle persone va rispettata». Il vescovo di Rieti Delio Lucarelli comunque - attraverso il suo portavoce - ha suggerito alla suora di abbandonare l’ordine e affrontare la nuova vita secolare.