Posted by : rico venerdì 9 agosto 2013

Snowden e Manning: storie di spie come ai tempi della Guerra FreddaLo spionaggio ha fatto sempre parte della strategia politica degli Stati Uniti, e ha sempre comportato il rischio che qualche spia facesse il doppio gioco.

Per questo Edward Snowden non può essere considerato “il più costoso leaker di segreti americani della storia della Repubblica”, come affermato da Michael Hayden, l’ex direttore della National Security Agency (Nsa) e della Cia. Il giovane 29enne, infatti, non è paragonabile soltanto a Bradley Manning, ma a un numero relativamente elevato di spie che operavano soprattutto durante la guerra fredda. William Weisband, per esempio, era un imprenditore che negli anni ’40 lavorava per quella che poi sarebbe diventata la Nsa, che agì in maniera simile a Snowden. Dopo aver lavorato a un livello piuttosto basso dal quale aveva accesso ai segreti dell’agenzia e dell’intelligence, cominciò a fare delle rivelazioni di nascosto su tutto ciò che aveva visto. A differenza di Snowden, però, la storia di Weisband è venuta fuori soltanto dopo che sono stati decriptati i cavi sovietici e gli archivi del KGB. Weisband, denominato Venona, aveva trovato una falla nel sistema di crittografia del KGB, ma con il tempo il difetto venne corretto e le comunicazioni del KGB tornarono impenetrabili. Venona nel frattempo aveva rivelato al KGB che l’Agency Securiry Army (Asa, che poi sarebbe diventata Nsa) aveva trovato alcuni codici militari sovietici. La risposta sovietica fu immediata: dopo pochi mesi dalla rivelazione, l’esercito sovietico aveva cambiato tutti i propri codici, rendendoli ancora più sicuri. Se tutto questo non fosse avvenuto, forse gli americani sarebbero riusciti a salvare centinaia di abitanti della Corea del Sud oltre che di numerosi soldati americani, poiché con buona probabilità si sarebbe venuto a sapere dell’attacco della Corea del Sud e senza l’effetto sorpresa tutto sarebbe andato diversamente. E ancora, dei tanti anelli di spionaggio sovietico che operavano negli Usa il più prolifico era gestito da Julius Rosenberg, che riuscì a passare all’Urss progetti e lavori custoditi gelosamente dai militari Usa, mentre una delle sue reclute, William Perl, diede alla Russia 12 mila pagine di progetti per il primo caccia a reazione.

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