Traditori al Governo--Artefici, complici e strategie della nostra rovina. Germania, Francia e finanza globale colonizzano e strangolano l'Italia per pianificare a prezzi stracciati aziende, banche e beni pubblici.
Posted by : rico
mercoledì 14 agosto 2013
Traditori al Governo: come i capitalisti di Germania e Francia tramite l'Euro e gli interessi sul debito pubblico strangolano l'Italia per renderla una loro colonia...
Fin dagli anni Settanta noi italiani siamo stati abituati a pagare per l'incompetenza e gli errori inspiegabili di governi, economisti e manager bancari fallimentari. Perfino la crisi che ci attanaglia dall'entrata nell'Euro è presentata dai mass media e da tanti "esperti" con toni fatalistici: ci sono stati errori ma non ci sono colpe, ci sono state scelte discutibili ma non ci sono responsabilità. E il disastro, come sempre, non era prevedibile. Eppure continuano a dirci che l'Euro è insostituibile. Ma è davvero così?
Se analizziamo la storia economica dagli anni Settanta ad oggi, scopriamo una cosa sconcertante: quella serie di apparenti passi falsi economico-finanziari in realtà è un percorso programmato. Non è una sfortunata serie di fatalità o errori, ma una strategia definita, attuata metodicamente per un fine preciso: destabilizzare per creare emergenze che giustificano a loro volta altre misure destabilizzanti, sempre a svantaggio dei cittadini contribuenti.
Stanno tentando dunque di strangolare e colonizzare l'Italia per giustificare e "mascherare" la svendita del suo patrimonio industriale, bancario, immobiliare, culturale e paesaggistico.
Risultato? L'Italia crolla mentre Germania, Francia, USA traggono solo vantaggi da un sistema tanto perverso da sembrare studiato a tavolino.
Viene quindi da chiedersi quali forze si sono mosse dietro al serpente monetario degli anni Settanta, allo SME e alla privatizzazione delle imprese statali e della Banca d'Italia degli anni '90. Che interessi e poteri si nascondono dietro all'entrata nell'Euro e alla recente imposizione del pareggio di bilancio nella Costituzione? Quali forze si muovono dietro ai traffici del Monte dei Paschi di Sienae della Banca Antonveneta?
Ciò che è accaduto in passato potrebbe ripetersi ancora... siamo certi di non avere traditori al governo?
Introduzione al Tradimento - Traditori al Governo
È necessario occuparsi più dei requisiti e delle incompatibilità per il Colle e per Palazzo Chigi, che per altre cariche! Un premier infedele può rovinare il Paese tradendo i suoi interessi, e un presidente infedele può minarne l’indipendenza e la Costituzione. Poiché a breve dovremo rinnovare queste due cariche, e considerate le problematiche e le denunce penali che infuriano ultimamente intorno ai titolari in carica, è urgente stabilire criteri tassativi di esclusione dei profili a rischio.
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Indice
- Chi sono i proprietari della Banca d’Italia?
- Premessa: la perdita della nostra indipendenza
- Le tappe principali della nostra rovina economica e finanziaria
- Introduzione al “tradimento”
- L’Europa ha sempre ragione
- Due Agende: Monti e Tremonti
- Sacrifici senza prospettive
- Il sogno che la crisi “finisca”
- L’illusione che il mercato imponga efficienza
- Lo sporco lavoro dell’Euro
- Errori o dolo?
- L’azione di Monti
- Monte dei Paschi (PD, Monti, Draghi, Ior) Connection
- Risanare MPS, reprimere l’usura, rifinanziare l’industria
- Porcate
- Traditori e nemici
- Costituzione violata
- Manifesto massimalista
- Piano integrato per la stabilizzazione del debito pubblico e la rieducazione macroeconomica delle banche
- Il tesoro nascosto delle banche centrali
- Postfazione di Luigi Tedeschi – direttore di «Italicumo
- APPENDICI
- Denuncia penale contro il complotto
- finanziario e i connessi atti eversivi?
- Considerazioni di un analista finanziario
- a cura di Claudio Zanetti, Venezia
- Il programma di Nino Galloni: Cinque punti per lo sviluppo e la piena occupazione
- Lettera aperta di un commercialista a Mario Monti
- Il capitalismo di Fantomas: dal sigaro al mouse
- di Marco Cammi
- Lettera di Draghi e Trichet al Governo italiano
- (versione originale in inglese)
- Lettera di Draghi e Trichet al Governo italiano
- Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011
- Altri contributi aggiuntivi
- Bibliografia
Premessa
Dai tempi di Kohl e Mitterand, oltre vent'anni fa, Germania e Francia — o meglio, i capitali dominanti di questi paesi - si sono accordati per eliminare la concorrenza italiana, che diventava ogni anno più preoccupante per il modello di sviluppo cui essi lavoravano. La passione e la moda dell'europeismo, assieme all'aspettativa, tipicamente italiana, che i paesi più forti ci avrebbero aiutati, offrivano un utile camuffamento; ma, per far passare questo piano in Italia, avevano bisogno di collaboratori interni, meglio se inconsapevoli. Probabilmente qualcuno capiva quello che si stava facendo... però si è chiesto che senso avrebbe avuto resistere...
I passaggi principali alla base dell'attuale crisi finanziaria e, soprattutto, della depressione economica dell'Italia, del drastico peggioramento delle condizioni e prospettive di vita, sono stati rivolti a privare l'Italia della sovranità monetaria in favore di interessi esterni, e si possono così riassumere:
- La progressiva e totale privatizzazione della proprietà e della gestione della Banca d'Italia, con l'affidamento ai mercati speculativi del nostro debito pubblico e del finanziamento dello Stato (operazione avviata con Ciampi e Andreatta negli anni'80);
- L'immediato, conseguente raddoppio del debito pubblico (da 60 a 120% del pil) a causa della moltiplicazione dei tassi, e la creazione di una ricattabilità politica strutturale del Paese da parte della finanza privata;
- La svendita ad amici del palazzo, stranieri e italiani, delle industrie che facevano capo allo Stato e che erano le più temibili concorrenti;
- La privatizzazione, con modalità molto "riservate", ma col favore di quasi tutto l'arco politico, dellaBanca d'Italia durante la privatizzazione delle banche di credito pubblico (Banca Commerciale Italiana, Banco di Roma, Banca Nazionale del Lavoro, Credito Italiano, con le loro quote di proprietà della Banca d'Italia);
- L'adesione a tre successivi sistemi monetari - negli anni '70, '80 e '90 - che impedivano gli aggiustamenti fisiologici dei cambi tra le valute dei paesi partecipanti - anche l'Euro non è una moneta, ma il cambio fisso tra le preesistenti monete - con l'effetto di far perdere competitività, industrie e capitali ai paesi meno competitivi in favore di quelli più competitivi, che quindi accumulano crediti verso i primi, fino a dominarli e commissariarli.
- personaggi istituzionalmente più esposti nel corso di questa strategia trentennale sono stati Beniamino Andreatta, Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato, Mario Draghi (Goldman & Sachs), Romano Prodi (Goldman & Sachs); essi sanno, e dovrebbero essere costretti a svelare (tolto Andreatta, che è morto), chi fu ad imporla e quali mezzi adoperò per farsi obbedire.
- L'immediato, conseguente raddoppio del debito pubblico (da 60 a 120% del pil) a causa della moltiplicazione dei tassi, e la creazione di una ricattabilità politica strutturale del Paese da parte della finanza privata;
- La svendita ad amici del palazzo, stranieri e italiani, delle industrie che facevano capo allo Stato e che erano le più temibili concorrenti;
- La privatizzazione, con modalità molto "riservate", ma col favore di quasi tutto l'arco politico, dellaBanca d'Italia durante la privatizzazione delle banche di credito pubblico (Banca Commerciale Italiana, Banco di Roma, Banca Nazionale del Lavoro, Credito Italiano, con le loro quote di proprietà della Banca d'Italia);
- L'adesione a tre successivi sistemi monetari - negli anni '70, '80 e '90 - che impedivano gli aggiustamenti fisiologici dei cambi tra le valute dei paesi partecipanti - anche l'Euro non è una moneta, ma il cambio fisso tra le preesistenti monete - con l'effetto di far perdere competitività, industrie e capitali ai paesi meno competitivi in favore di quelli più competitivi, che quindi accumulano crediti verso i primi, fino a dominarli e commissariarli.
- personaggi istituzionalmente più esposti nel corso di questa strategia trentennale sono stati Beniamino Andreatta, Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato, Mario Draghi (Goldman & Sachs), Romano Prodi (Goldman & Sachs); essi sanno, e dovrebbero essere costretti a svelare (tolto Andreatta, che è morto), chi fu ad imporla e quali mezzi adoperò per farsi obbedire.
In quest'ultimo trentennio della storia d'Italia, le maggioranze politiche, i governi e soprattutto le più alte cariche politiche, economiche e finanziarie, inclusi certi vertici di Banca Italia, sono stati e continuano ad essere gli complici consapevoli o inconsapevoli della rovina socioeconomica in cui stiamo cadendo, come appare da diversi scandali aperti. Ma non trascuriamo il ruolo della Banca Centrale Europea e delle massime banche italiane europee e internazionali che appaiono sempre più registi e beneficiari della riduzione dell'Italia a loro servile colonia.
Oggi Germania e Francia, insieme alla Banca Centrale Europea (BCE) guidata da Mario Draghi e dalle principali banche di questi due stati, col pretesto di voler far uscire l'Italia dal suo indebitamento, le tolgono la liquidità necessaria per investire, lavorare e produrre, creando le condizioni per una recessione gravissima, che sta producendo il crollo di tante attività, e così il nostro debito aumenta sempre, e presto saremo obbligati a vendere ai nostri creditori, a prezzo di realizzo, le ricchezze del nostro Paese, frutto delle capacità produttive e creative di generazioni e generazioni.
Oggi Germania e Francia, insieme alla Banca Centrale Europea (BCE) guidata da Mario Draghi e dalle principali banche di questi due stati, col pretesto di voler far uscire l'Italia dal suo indebitamento, le tolgono la liquidità necessaria per investire, lavorare e produrre, creando le condizioni per una recessione gravissima, che sta producendo il crollo di tante attività, e così il nostro debito aumenta sempre, e presto saremo obbligati a vendere ai nostri creditori, a prezzo di realizzo, le ricchezze del nostro Paese, frutto delle capacità produttive e creative di generazioni e generazioni.
Come da tempo spiegano molti esperti, l'Italia, per ritrovare competitività, capacità di investire e consumare, libertà dall'attacco della speculazione, quindi anche indipendenza e dignità politica, ha una chiara e oggettiva necessità di tornare alla Lira, nazionalizzare Bankitalia, ora di proprietà di poche banche private, e togliere il debito pubblico italiano dai mercati speculativi, altrimenti resterà ricattabile e priva dei soldi per lavorare, produrre, investire, pagare i debiti; infatti senza denaro in circolazione, non si ha domanda e il patrimonio pubblico e privato continuerà a svalutarsi.
Il carattere portante e unificante della storia europea, in contrapposizione a quello della storia asiatica, è l'uso della ragione per smantellare dogmi e superstizioni, oppressioni e sfruttamenti. Perciò l'atto più europeista oggi possibile è sbaraccare le strutture di questo dispotismo bancario e coloniale che sta prendendo possesso del continente europeo. È un'esigenza razionale e oggettiva, per il bene comune dell'Europa, non certo un'espressione di ostilità verso questa o quella nazione o popolo.
L'alternativa, per conservare l'Euro e la UE senza che ci distruggano, sarebbe riformarne l'architettura come segue:
1) Imporre ai paesi membri con avanzo commerciale verso altri paesi membri di investire nell'economia reale di questi paesi gran parte dell'avanzo;
2) Unificare il debito pubblico dei paesi membri;
3) Incaricare la BCE di comprare sul mercato primario i titolo del debito pubblico europeo che rimangano invenduti alle aste;
4) Separare le banche di credito e risparmio da quelle di azzardo e speculazione.
1) Imporre ai paesi membri con avanzo commerciale verso altri paesi membri di investire nell'economia reale di questi paesi gran parte dell'avanzo;
2) Unificare il debito pubblico dei paesi membri;
3) Incaricare la BCE di comprare sul mercato primario i titolo del debito pubblico europeo che rimangano invenduti alle aste;
4) Separare le banche di credito e risparmio da quelle di azzardo e speculazione.
Senza questa riforma, l'Italia può salvare se stessa soltanto lasciando l'Euro e il mercato unico.