Posted by : rico
martedì 9 luglio 2013
DODICI SATELLITI - Ma è il primo quartetto di una costellazione di dodici satelliti che sarà completata entro i primi mesi del 2014. Il secondo gruppo sarà spedito in cielo infatti entro l’anno in corso. Finora erano stati lanciati rari satelliti singoli dedicati alla banda larga Ka (ad esempio il KaSat di Eutelsateuropeo nel 2010 e ViaSat americano l’anno successivo), ma il vero balzo nelle possibilità si compie ora con O3b, dal nome della società fondata nel 2007 da Greg Wyler, sigla derivata dalle iniziali di (The) Other 3 Billion, dove i tre Billion rappresentano la popolazione del mondo che oggi non ha accesso a Internet. La costellazione sarà invece in grado di raggiungerla.
INTERNET - Nella società battezzata O3b Networks entravano poi Google, Hsbc, Ses World Skies, John Malone, il magnate della Tv via cavo, più altre compagnie e gruppi bancari. I satelliti pesanti 700 chilogrammi, sono sistemati su orbite alte 8 mila chilometri (quindi più vicini rispetto ai satelliti precursori che sono in orbita geostazionaria a 36 mila chilometri). La costellazione servirà soprattutto i service provider di Internet e gli operatori di servizi mobili garantendo alta velocità (simile a quella delle reti in fibra ottica), costi contenuti e, appunto, Internet e servizi di telecomunicazione agli abitanti e ai mercati dei Paesi emergenti.
IL CONTRIBUTO ITALIANO - I satelliti copriranno con le loro antenne la fascia della Terra tra le latitudini 45 gradi Nord e 45 gradi Sud; vale a dire tutta la maggior parte del mondo abitato. Ogni fascio di trasmissione in salita viaggia a 300 Mbps e ogni fascio in discesa (a 100 Mbps) arriva a coprire un’area circolare larga 600 chilometri. Nove gateway sono distribuite nei continenti e ad esse possono connettersi le infrastrutture regionali in fibra ottica. I satelliti sono stati realizzati nelle camere bianche di Thales Alenia Space di Roma, diventata la più grande catena di montaggio satellitare esistente al mondo. Qui oltre i dodici O3b si producono 81 Iridium Next e 24 Globalstar II. Il tutto organizzando un innovativo sistema produttivo che include nelle sale anche gli impianti di prova. Così all’uscita i satelliti sono pronti per essere spediti alla base di lancio.