Posted by : rico giovedì 13 giugno 2013

Si chiama progetto Prism. È un’infrastruttura in mano al governo degli Stati Uniti in grado di intercettare qualsiasi tipo di telecomunicazione a livello globale. A svelarla con enorme clamore a livello globale è stato il quotidiano Guardian che qualche giorno fa ha pubblicato un documento top-secret contente una serie di informazioni sul progetto. Quello che segue è l’adattamento in italiano di una lunga intervistacomparsa oggi sul Guardian a Edward Snowden, 29 anni, la gola profonda di una delle più imbarazzanti fughe di notizie della storia del governo americano. Vale la pena leggerlo. Qui trovate l’intervista video del Guardian.

Chi è Edward Snowden
«Il governo americano si è concesso un privilegio e un potere di cui non ha alcun diritto.»
La persona responsabile di una delle più significative fughe di notizie nella storia politica degli Stati Uniti si chiama Edward Snowdenun ex assistente tecnico della CIA, che attualmente lavora per l’agenzia di difesa Booz Allen Hamilton. Il Guardian, dopo diversi giorni di colloqui, ha deciso di rivelare la sua identità dietro sua espliciata richiesta. Fin dal primo momento in cui ha deciso di rendere pubblici numerosi documenti top-secret, Snowden è stato determinato a non optare per la tutela dell’anonimato. «Non ho intenzione di nascondere chi sono perché so di non aver fatto nulla di male». Snowdend passerà alla storia come una delle più importanti gole profonde d’America insieme a Daniel Ellsber e Bradley Manning. È responsabile di aver sottratto materiale da una delle organizzazioni più segrete al mondo, l’NSA. Nonostante la sua determinazione nel voler svelare la propria identità, Snowden ha ripetuto insistentemente di voler evitare i riflettori dei media.
«Non voglio attirare l’attenzione pubblica su di me perché non voglio che la storia sia su di me. Voglio che l’attenzione sia sui ciò che il governo degli Stati Uniti sta facendo. So che i media amano personalizzare i dibattiti pubblici e so anche che il governo mi demonizzerà per quello che ho fatto. Voglio soltanto che l’attenzione rimanga su questi documenti e sul dibattito che spero scateneranno nei cittadini di tutto il globo su qual è il tipo di mondo in cui vogliamo viver. il mio unico scopo è quello di informare le persone su ciò che viene fatto per loro e ciò che viene fatto contro di loro».
Snowded ha una vita che definisce «comoda». Un salario di circa 200.000 dollari all’anno, una ragazza con cui condivide una casa alle Hawaii, una carriera stabile e una famiglia che ama.
«Sono disposto a sacrificare tutto quello che ho perché in tutta coscienza non posso consentire al governo degli Stati Uniti di distruggere la privacy, la libertà della rete e le libertà basilari delle persone con questa massiva macchina di sorveglianza che sta costruendo segretamente.»
LA SMENTITA
James Robert Clapper, Direttore della National IntelligenceI recenti report sulla National Security Agency che monitorerebbe internet e le comunicazioni telefoniche degli americani sono del tutto inaccurati.
La fuga a Hong Kong
Le aziende coinvolte nel progetto PRISMSecondo il Guardian e il Washington Post, PRISM attingerebbe le informazioni direttamente dai database di nove delle più importanti aziende di tecnologia degli Stati Uniti: Microsoft, Google, Yahoo, Facebook, PalTalk, YouTube, Skype, AOL e Apple.
Tre settimane fa Snowden ha messo a punto i preparativi finali. Nell’ufficio dell’NSA delle Hawaii dove lavorava ha copiato l’ultimo set di documenti che avrebbe svelato. Ha avvisato il proprio supervisore all’NSA dicendo che doveva assentarsi dal lavoro per un paio di settimane per ricevere delle cure contro l’epilessia, una malattia di cui ha scoperto di soffrire lo scorso anno dopo una serie di attacchi. Ha fatto i bagagli, ha detto alla sua fidanzata che doveva star via da casa pèr alcune settimane rimanendo vago sui motivi, senza destare sopsetti. «Non è un evento così raro per qualcuno che ha passato gli ultimi dieci anni a lavorare nel mondo dell’intelligence».
Il 20 maggio Snowden si è imbarcato su un volo diretto a Hong Kong, in Cina, dove è rimasto fino a oggi. Ha scelto questa città perché «hanno un forte impegno verso la libertà di parola e i diritti dei dissidenti politici». E probabilmente perché la Cina è l’unico paese al mondo che in questo momento è in grado di resistere ai diktat di Washington.
La smentita di Microsoft«Forniamo i dati dei nostri clienti solo quando riceviamo un mandato legalmente vincolante e non su base volontaria. Inoltre abbiamo sempre e solo rispettato gli ordini relativi ad account specifici. Se il governo ha un programma più ampio per la sicurezza nazionale, noi non vi partecipiamo»
Nelle tre settimane successive al suo arrivo si è sistemato in una stanza di un hotel. «Ho lasciato la camera forse tre volte durante l’intero soggiorno». È profondamente preoccupato di poter essere spiato. Imbottisce la porta della stanza con i cuscini per evitare di essere intercettato. Usa un largo mantello rosso per coprire la testa e il laptop quando inserisce le proprie password per evitare che una videocamera segreta possa individuarle. Può sembrare paranoia. Ma per uno come Swoden che ha lavorato per quasi dieci anni nell’intelligence ci sono buone ragioni per quel genere di paure. Sa che la più grande e segreta organizzazione di sorveglianza dell’America insieme al governo più potente del pianeta lo stanno cercando.
Da quando il materiale che ha trafugato ha cominciato ad attirare l’attenzione, Ha visto la televisione e monitorato internet ascoltando tutte le minacce e le promesse di provvedimenti penali emanati da Washington. Conosce fin troppo bene la sofisticata tecnologia in possesso del governo Americano e quanto sia facile per loro rintracciarlo. L’NSA e le altre forze dell’ordine hanno visitato la sua casa alle Hawaii già due volte e hanno contattato la sua fidanzata.
Barack Obama«Il programma PRISM non è applicato ai cittadini statunitensi o a quelli che stanno attualmente vivendo negli USA».
Le conseguenze per Snowden
Gli Stati Uniti potrebbero avviare un procedimento di estradizione contro di lui dal corso potenzialmente problematico, lungo e imprevedibile per Washington. I cinesi potrebbero farlo sparire per interrogarlo vedendolo come un’utile fonte di informazioni. Oppure qualcuno potrebbe rapirlo e caricarlo su un aereo diretto in territorio statunitense. Avendo constatato come l’amministrazione Obama ha perseguitato gli informatori come lui, Snowden si aspetta che il Governo degli Stati Uniti utilizzerà tutto il suo peso per punirlo. Ripete calmo, «non sono preoccupato, questa è la scelta che ho fatto». Prevede che il governo lancerà un’indagine accusandolo di aver violato l’Espionage Act.
L’unico momento in cui Snowden si lascia andare all’emozione durante le molte ore di colloquio coi giornalisti del Guardian è stato quando ha riflettuto su quale impatto le sue scelte potrebbero avere per i suoi familiari, alcuni dei quali che lavorano per il governo degli Stati Uniti. «La sola cosa di cui ho paura è l’effetto dannoso che avrà la mia scelta sul destino della mia famiglia che non sarò più in grado di proteggere. È ciò che mi fa restare sveglio la notte», dice prima che i suoi occhi si riempiano di lacrime.
Nonostante le forti convinzioni di Snowden la domanda è: perché lo ha fatto?
«Ci sono cose più importanti del denaro. Se fossi motivato dai soldi avrei potuto vendere questi documenti a qualsiasi paese diventando ricco. Il governo americano si è concesso un privilegio e un potere di cu non ha alcun diritto.»
Parlando del suo futuro resta vago. La sua speranza è quella di trovare asilo in Islanda anche se potrebbe rimanere solo una sorta di vago desiderio irrealizzabile. Poi davanti all’enorme dibattito pubblico che la sua fuga di notizie ha generato a livello globale conclude: «sono soddisfatto che di tutto questo ne sia valsa la pena, non ho alcun rimpianto».

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